La visita dell’associazione Kolbe, una preziosa esperienza di inclusione e accessibilità.
Di tutti, per tutti. La bellezza, l’arte e la cultura devono essere a disposizione di tutti, accessibili a ogni possibile fruitore come recita l’articolo 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ratificata nel 1948: “ciascuno ha il diritto di partecipare liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare … ai suoi benefici”.
Tutto ciò non significa essenzialmente rimozione delle barriere architettoniche ma anche progetti specifici per rendere l’esperienza di incontro e fruizione più coinvolgente e comprensibile. In quest’ottica molte istituzioni culturali hanno avviato percorsi guidati per persone con disabilità visive o uditive, offrendo visite tattili, audioguide in linguaggio dei segni, percorsi sensoriali e laboratori inclusivi.
Al Sacro Monte di Orta si è organizzata una prima esperienza di incontro con pubblici con esigenze specifiche e diverse disabilità insieme all’associazione Kolbe Onlus, ente milanese che presta assistenza a ragazzi con disabilità. Nata nel 1992 dall’iniziativa di un gruppo di giovani dell’omonimo oratorio, da allora si occupa di animazione del tempo libero di persone con disabilità mentale, organizzando gite, feste, weekend, vacanze estive e invernali, laboratori teatrali, attività sportive. Fra le mete preferite c’è anche il lago d’Orta, dove due volte l’anno, ogni estate e inverno, si organizzano tre settimane di vacanza ad Armeno presso la casavacanze Anna e Giuliana Boroli Drago.
Armeno, il lago e le alture che lo circondano sono ormai di casa. Eppure l’associazione e i suoi ospiti non avevano mai visitato il Sacro Monte di Orta. Fino a questa estate quando l’associazione Sportway Ets ha proposto e organizzato con l’Ente di Gestione dei Sacri Monti del Piemonte una visita speciale dedicata a loro.
Vittorio Valenta, addetto all’accoglienza dell’Ente di Gestione dei Sacri Monti del Piemonte, ha accompagnato gli ospiti d’eccezione, di cappella in cappella, in una rilettura sensoriale dei luoghi, di sculture e immagini, coadiuvati da tavole stampate, dalla musica e dall’eloquenza della guida. Assecondando la curiosità, l’attenzione, i talenti e lo sguardo fuori dagli schemi tradizionali degli ospiti è nato così un racconto inedito e originale di ciascuna cappella e di tutto il Sacro Monte di Orta.
“È stato molto bello trascorrere qualche ora con i nostri ragazzi al Sacro Monte. Luogo affascinante e profondo, con molti riferimenti alla vita di San Francesco, cui la nostra associazione si ispira (Massimiliano Kolbe era un frate francescano che diete la vita al posto di un altra persona ad Auschwitz) – ha commentato Alessandro Sessa, volontario e consigliere di amministrazione dell’associazione – . La guida che ci ha accompagnato è riuscita a coinvolgere i nostri ragazzi con spiegazioni ricche di contenuto e appassionate”.
Una prima sperimentazione che dimostra in primo luogo l’universalità dell’arte, capace di raggiungere ed emozionare tutti. A riprova che l’accessibilità non è solo fisica, non si limita alle barriere architettoniche ma include anche la fruizione delle opere d’arte: la cultura diventa accessibile quando parla non solo la lingua dei più ma di tutte le comunità che abitano la città, è capace di utilizzare linguaggi adatti a persone e generazioni diverse, percorsi di formazione diverse, anche elementari.
E ci ricorda che i luoghi della cultura, come i Sacri Monti, sono beni della comunità intera, dove la comunità si aggrega, si confronta e ne esce più coesa. I luoghi di cultura, che raccontano storie e conservano la memoria storica, offrono così nuove occasioni di riflessione, suggestioni ed emozioni, nuovi ponti di inclusione e di incontro.